Incesto in famiglia con zia nonno padre figlia nipote

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Un racconto a dir poco di incesto, nonno, padre, figlia, una zia, che si scopano senza misura ne contegno, la zia che si fa impalare dal nonno e trombare dal cognato, la figlia che spompina il padre, nessuno può stare li a guardare, tutti fanno qualcosa…

Mi chiamo Anna, ho 19 anni e vivo in un piccolo paesino nel centro Italia.
Mia mamma è mancata da due settimane ed io e mio papà, Luciano, ci siamo trasferiti nella casa dei nonni, per evitare di continuare a pagare l’affitto dell’appartamento che occupavamo nel centro del paese.

Insieme ai miei nonni vive anche mia zia Anna, la sorella della mamma, ha 43 anni e fa l’insegnante nella scuola superiore del paese. Giro per la casa dei nonni inquieta, nonno Alfonso è uscito e mia nonna Federica spadella in cucina.

Il papà è al lavoro, è impiegato al comune mentre la zia Anna è a scuola. I giorni sono lenti e noiosi, la mia stanza si trova a fianco di quella del mio papà, la notte lo sento agitarsi nel sonno, allora mi alzo e mi sdraio vicino a lui, gli carezzo il viso, la barba folta, lui si calma ed io torno in camera.

Questa sera a cena mia zia Anna è vestita proprio bene, indossa una maglietta rossa scollata che le lascia scoperto il magnifico decoltè, una gonna nera stretta le fascia le gambe tornite, indossa delle scarpe nere chanel col tacco.
E’ allegra, a tavola scherza con mio padre.
“Anna, dove vai vestita così….”, le fa mio padre, “hai un appuntamento stasera ?”.
Mia zia Anna gli molla uno schiaffetto : “Ehhh quanto sei cretino, sono una donna sai ?”.
Il nonno guarda la Zia divertito mentre la nonna silenziosa pulisce le stoviglie.

Sento dei rumori nella stanza di papà, è mezzanotte passata, mi alzo e mi dirigo verso camera sua, forse dorme agitato anche oggi.
La scena mi lascia a bocca aperta, la zia è inginocchiata sul letto mentre mio padre in piedi la sta scopando, la gonna tirata sulla schiena e le mani di papà che le tengono i fianchi.
Lui si muove veloce, ad ogni spinta mugola dicendole frasi sconce : “prendilo troia…..sei una puttana….non come tua sorella che era una suora….”.

La gira e la fa sdraiare sul letto, la debole luce della lampada illumina il mio papà che fino a pochi secondi fa avevo visto di spalle, ha un pisello enorme largo e lungo, vene grandi percorrono l’asta., la sua cappella è rossa e lucida.
Vedo il suo cazzo sparire tra le labbra di mia zia, lo ingoia fino alla base mugolando di piacere :”che bel cazzo Luciano, mia sorella si è sempre lamentata di quanto le faceva male, ma io mi morivo dalla voglia di provarlo….mettimelo ancora dentro”.
Papà si alza ed allarga le gambe della zia, la sua fica è pelosa, il cazzo del mio papà le scivola dentro, inizia a muoversi tenendola per le caviglie snelle, il suo seno ballonzola ad ogni colpo di reni, lei cerca di non urlare, la sua lingua si muove oscena tra le labbra rosse, i suoi capelli neri sono appiccicati al viso sudato.

Si muovono come animali, li guardo inebetita, la zia si comporta come una cagna, mugola si dimena cercando di godersi meglio l’enorme uccello del cognato, sento una sensazione di vuoto nel petto, le gambe sono molli, istintivamente mi tocco sotto il pigiama, quasi a confrontare la mia fichetta con quella della zia.

Sento mio padre sussurrare : “sto venendo troia, inginocchiati che ti sborro in faccia….”.
Mia zia obbedisce, ancora scossa dai tremiti dell’orgasmo, si inginocchia davanti mio padre che si sta masturbando, lo vedo puntare il cazzo verso il suo viso , lei lo guarda paonazza in volto con la bocca aperta e la lingua oscenamente fuori. Il mio papà le schizza in viso il suo liquido viscoso e denso, mia zia se lo spalma sul viso ansimando :”riempimi di sborra Luciano, dio che cazzo che hai….lo vorrei sempre”.

Mio padre si sdraia sul letto mentre quella troia di mia zia gli lecca le ultime gocce di sperma.
“Vai in camera tua Anna….”, fa mio padre, “non vorrei che Anna ci sentisse…”.
A quelle parole mi sveglio come da un letargo, la mia mano è ancora sotto il mio pigiama, sono bagnata, confusa, arrabbiata.

Mi chiudo in camera e sento la porta della stanza a fianco che si chiude, mia zia è uscita.
Mi alzo dal letto e vado da mio padre, entro come facevo le altre notti, lui fa finta di dormire, mi sdraio accanto a lui, un filo di luce filtra dalla porta semiaperta.
Gli carezzo il viso, come ho sempre fatto da quando è morta la mamma, le mie narici percepiscono l’odore acre del sesso appena consumato, lui fa finta di svegliarsi.
“Che fai Anna, è tardi vai a dormire…..”.
“Ti ho sentito agitarti….hai fatto ancora dei brutti sogni ?”.
“si, ma ora è tutto a posto, vai a dormire….”.

La sua pelle è liscia, la barba folta scivola tra le mie dita, le mie mani sul suo viso lo rilassano, lo sento, i miei occhi scendono all’altezza del suo inguine, le lenzuola non riescono a coprire la sua erezione, che sto facendo…..lo bacio augurandogli la buonanotte.
Mi sveglio presto, la notte è stata agitata ed io mi sento strana, ho ancora impresse nella mente le immagini del mio papà che si scopa zia Anna, faccio colazione da sola, mia nonna è uscita.

Oggi torno a scuola, le lezioni scivolano via senza lasciare traccia nella mia testa, occupata da altrui pensieri.
A mezzogiorno decido che non mi sento bene e torno a casa, apro la porta, sembra che non ci sia nessuno.
Mi faccio una doccia, l’acqua calda dà un po’ di tregua ai miei pensieri, vedo il corpo di mia zia squassato dall’orgasmo, il cazzo di mio padre turgido fra le sue labbra, le mie dita si insinuano tra le gambe, mi masturbo in piedi sotto la doccia, gli occhi chiusi a ricordare la scena della sera precedente, vengo in silenzio.

Esco dal box e mi accorgo che ho lasciato la porta del bagno aperta, sento dei passi che si allontanano, indosso l’accappatoio ed esco.
“Ciao Anna, non sei andata a scuola ?…..”, mio nonno è alle mie spalle, sobbalzo girandomi verso di lui.
Mi guarda dal suo metro e ottanta di altezza, è un omone giovanile ed austero, sorride mentre i suoi occhi percorrono il mio corpo fasciato dall’accappatoio.
“Ma guarda che bei piedini che ha la mia nipotina, tutti smaltati e puliti, vieni che te li asciugo….lo facevo sempre alla tua mamma…”.

Mi prende la mano e mi fa sedere sul bordo della vasca, si inginocchia e prende in mano il mio piede, lo strofina dolcemente asciugandolo, poi passa all’altro.
I miei piedi sono asciutti ma mio nonno inizia a massaggiarli con delicatezza, passa le sue dita forti e ruvide sulla pianta, tra le dita, il suo viso è così vicino che sembra odorarli.
Un lembo dell’accappatoio si scosta, le mie gambe sono ora scoperte fino all’inguine, vedo mio nonno sbirciare, lo lascio fare estasiata dal massaggio.
Veniamo interrotti dalla porta dell’ingresso che si apre, è mia zia Anna.
Pranziamo tutti e tre in silenzio, distratti dalle notizie del telegiornale e dai nostri pensieri, finisco di pulire la cucina e vado in camera mia a leggere un libro.
Mia zia Anna entra nella stanza, indossa una vestaglia che a malapena copre il suo seno abbondante.
“Che leggi ?”, mi fa sedendosi sul bordo del letto.
“Un libro che ci hanno assegnato a scuola…”, le rispondo distratta, le fisso l’abbondante scollatura, ricordo le sue tette muoversi sotto i colpi violenti di mio padre.
Lei mi carezza i capelli sorridendomi dolce, le sue mani scendono verso il mio viso.
“Sei bella come tua madre lo sai ?……Quando era giovane tutti gli uomini del paese gli andavano dietro, ma lei era innamorata solo del tuo papà….continua a leggere, io vado a farmi un bagno, lascio la porta aperta se hai bisogno di qualcosa”.
Mi bacia su una guancia ed esce.
Sono le 3 di pomeriggio, mia nonna ancora non è rincasata, forse è rimasta a fare le pulizie in sacrestia da brava donna di chiesa, la giornata scorre tranquilla.

Il secondo giorno di scuola è ancora peggio del primo, fingo ancora un malore ed esco, i miei insegnanti acconsentono comprensivi.
La casa è deserta, sento dei rumori provenire dalla stanza del nonno.
“Nonno…..sono tornata…..”, silenzio.
“Nonno……ci sei ?…..”.
Apro la porta, Zia Anna sta spompinando mio nonno seduto in poltrona, ha il cazzo più grosso di mio padre, mi guardano entrambi gelati, come in una foto.
“Anna, ma non si bussa…..”, mi dice mio nonno severo, “tu continua troia, così impari a scopare con tuo cognato……”.
Ho le gambe paralizzate, mai avrei immaginato di vedere una scena come questa.
“Mettiti a sedere Anna, tua zia ha fatto delle brutte cose con il tuo papà ed è giusto che impari…..”.
La zia mi guarda mentre la sua lingua percorre l’asta turgida del padre, il suo sguardo colpevole ma eccitato mi fissa.

Come un automa mi seggo sulla poltrona a fianco di quella del nonno.
“Tua zia è una donnaccia Anna, io le sto insegnando l’educazione capisci…”, mette le sue mani grandi sulla testa di zia Anna e spinge a fondo, vedo sparire il cazzo di mio nonno tra le sue labbra, conati di vomito la scuotono ma il nonno non accenna a mollare la presa, grosse lacrime scendono sulle guance della zia.
Sei una puttana….cosa hai fatto con Luciano eh ? ci hai scopato ? guarda, non ti vergogni davanti ad Anna ? Fai vedere a tua nipote cosa hai fatto col suo papà…..”.
La Zia si alza, il suo corpo è sudato, ben fatto, le sue tette grandi sono invitanti, si mette a cavalcioni sulle gambe di mio nonno, la sua mano afferra il gigantesco arnese e lo dirige verso la sua fessura pelosa.
La fica di mia zia si allarga all’entrata del cazzo del nonno, lei si muove su e giù mentre le sue dita si torturano i capezzoli turgidi.
“Si papà, sono una bambina cattiva….”, fa lei in preda al godimento, ora è mio nonno a torturarle le tette, le stringe, le tira, le morde con ferocia.
“…fammi male papà, puniscimi…scopami come una cagna…..”.

Io allibita osservo ciò che si consuma sotto i miei occhi, dovrei scappare inorridita ed invece rimango immobile, gli occhi fissi su quel cazzo che ora mi sembra così invitante, umido di umori esce dalla fica della zia, lordo e possente, il mio ventre si scioglie in un liquido caldo, sento i miei slip imbrattarsi.
“Ora girati puttana…..mettiti in ginocchio sulla poltrona…”, intima mio nonno alla zia.
Lui si alza lasciando il suo posto a mia zia, mentre si sposta il suo cazzo appena sfiora il mio viso, lui mi guarda sorridendo.
“Sono pronta papà……”, mia zia ora è a pecorina sulla poltrona, le sue mani si allargano le natiche a mostrare il suo orifizio anale, il cazzo di mio nonno sembra esplodere.
Il rumore dello schiaffo e fortissimo, il segno delle cinque dita è impresso violaceo sulla natica di zia Anna, lei strilla, mi guarda mentre nella sua bocca la lingua si muove avida.
“Ahhhh papaà siii, fammi male, sculaccia la tua figlia puttana…….”, gli schiaffi si fanno sempre più veloci e violenti, mia zia si infila due dita nel culo, le vedo muoversi ed allargarsi nel suo buchino dilatato.
Mio nonno punta il grosso arnese verso l’ano della zia, un movimento di reni ed uno strillo, la incula senza pietà osservando avido il buco della figlia.
Una mano mi sfiora il viso, mia zia Anna mi accarezza una guancia , scende con le dita verso le mie labbra.
Istintivamente lecco le sue dita, le ingoio come avevo visto fare a lei, muovo la testa come se quelle dita fossero un cazzo.
Mio nonno alla vista di quello che sto facendo aumenta il ritmo, mia zia geme.
Ho gli occhi chiusi, immagino di leccare un uccello enorme, le dita di mia zia si muovono nella mia bocca.

Mio nonno urla, leva il cazzo dal culo di mia zia, lo punta verso il mio viso, il liquido caldo mi schizza in faccia, lo sento colare viscido su di me, il suo odore mi fa fremere le narici, lo assaggio con la lingua, l’orgasmo mi coglie impreparata ed urlo il mio godimento.

Sono passati due giorni da quello che è successo, piena di vergogna ho fatto di tutto per non incrociare mio nonno e mia zia, mangio in stanza con la scusa di non sentirmi bene, a scuola non vado e passo tutto il giorno in sala giochi con delle amiche, rientro tardi e mi chiudo in camera, le uniche volte che esco è per andare a consolare il mio papà che continua ad avere incubi notturni.

Mi sdraio accanto a lui, sudato a causa dell’incubo, il suo sguardo è smarrito, quando realizza che sono io che lo accarezzo si calma, mi mette una mano sulla guancia e mi bacia, la sua barba ispida mi graffia, lo bacio anche io, sulla fronte, sugli occhi, i miei capelli scuri gli si adagiano sul petto.

Fa caldo, indosso una camicia da notte corta, le mie gambe sono scoperte, i miei piedi smaltati di rosso sono a contatto dei suoi, continua a carezzarmi il viso, il collo.
Il lenzuolo è scostato, mio papà è in boxer, vedo il rigonfiamento delle sue mutande farsi più prominente, non scappo, anzi, ne sono lusingata. Lo bacio ancora, stavolta vicino le labbra, mi guarda perso, mi bacia sulla bocca, un bacio casto, ma il suo cazzo ha un sussulto, lo vedo alzarsi nei boxer larghi. Stavolta lo bacio io, le mie labbra rimangono sulle sue, la mia mano scende verso i suoi boxer, tocco il suo uccello duro, i suoi occhi si spalancano nella definitiva comprensione di ciò che sta facendo.

Il calore del suo uccello mi inumidisce la fichetta, sento un calore crescente tra le gambe, la mia mano si muove lenta lungo l’asta dura e nodosa, la mia lingua cerca la sua, dischiudiamo le labbra, la sua mano forte mi tiene il viso.
Gli bacio il collo , lecco i suoi capezzoli scendendo verso il ventre, ora ho la sua cappella dinanzi agli occhi, la ammiro rossa e gonfia, la assaggio delicatamente con la lingua, la ingoio, adoro il suo sapore.
Spompino mio padre con gli occhi chiusi, sognante e bagnata come la sua amante, le sue dita accarezzano il mio seno appena accennato, scendono verso la mia fica, titillano il mio clitoride ed io inizio a gemere,a allargo le mia gambe per permettere a papà di masturbarmi meglio, sento le sue dita insinuarsi dentro di me, si accorge che sono vergine.
“Voglio che sia tu a farlo…..”, gli dico sussurrando.
Lui annuisce e tuffa la sua testa tra le mie gambe, al primo tocco di lingua urlo, non avevo provato mai un piacere simile, ingoio il suo cazzo con più foga, la sua lingua si fa spazio tra le gradi labbra, il liquido scende copioso tra le mie gambe.

Mi fa sdraiare delicatamente, io allargo le gambe offrendogli il mio fiore intatto.
Lui mi guarda dolcemente mentre poggia il suo uccello bellissimo sulla mia fica, io annuisco eccitata ed ansiosa, entra lentamente in me, sento una fitta, uno strappo, del liquido che scende.
Lui affonda un po’ di più mentre il dolore scema lentamente, si muove dentro di me, il respiro affannato, è grande e mi fa male, ma resisto.
Il piacere mi sale alla testa gradualmente, me ne sento invasa improvvisamente , mio padre si muove lento spingendo sempre più a fondo, estrae il suo cazzo, lo sbatte sul clitoride e me lo rimette dentro nuovamente, io godo in preda all’orgasmo, gli tengo i fianchi mentre mi scopa.
Il suo movimento si fa più veloce, al culmine leva il suo cazzo ed inizia a masturbarsi guardando la mia fica depilata, oscenamente aperta e sanguinante.
Non voglio che nulla vada sprecato, mi chino sul suo uccello, allargo le labbra e lo ingoio, serro le mie labbra assaporando il suo cazzo ed i mie umori, mi viene in bocca, il suo liquido caldo mi inonda la gola, ingoio come una brava zoccola, rivoli di sperma mi escono dai lati delle labbra, li raccolgo con la lingua, la stessa lingua che ora mio padre sta succhiando in un lungo ed appassionato baci

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