Ci sono tanti modi per parlare del sesso, tanti per differenziarlo dal fare l’amore, ogni donna ha il suo animo e le sue certezze e debolezze a riguardo, usare parole più delicate potrebbe essere un modo fine per poter avere da una storia o avventura che sia il piacere più sublime!
… questa è quella volta. Ora te ne parlo.
Ho scaraventato i miei ingombranti vestiti in un angolo della casa.
Li ho gettati sul primo ripiano intravisto.
E’ buia la stanza.
Ma è luce, o forse ipotesi di iridescenza, in alcuni angoli di essa che tu tra poco percorrerai.
Tu sei dentro la mia mente.
Tu sei figura del mio illogico ragionamento che nel volgere di qualche minuto diverrà limpido.
Sono sul letto, sono obliquo, sdraiato e nudo.
Ho parecchio alcool in corpo e un unico pensiero nitido disposto ad inseguirti!
Che il rhum allontani le nubi?
Tu sei dentro la mia stanza.
Indossi una maglietta azzurra aderente per ricordarmi di quando, a 10 anni, nuotavo leggero sopra a questa vita.
E calzi delle scarpe con tacco alto nove centimetri per non farmi scordare di quanto sia stato precario l’equilibrio negli anni che sono venuti.
E hai mutandine sottili infine.
Ed infuochi i miei pensieri con mascara nero e rossetto sapiente.
Sei dolce, provocante, puttana, perfetta.
Non hai altro che ti adorni!
Sembri distratta, ma non lo sei.
Te ne stai appoggiata alla finestra e osservi verso l’alto.
E ogni tanto sussurri qualche parola, giusto per farmi percepire come sa essere la tua voce quando sei inquieta ed eccitata.
Parli con me, dialoghi anche se sai che non ti sento.
Con il suono lieve del tuo respiro e con ogni accenno di movimento del corpo.
E’ pericoloso ciò che fai e ne sei assolutamente consapevole.
Ed i tuoi capelli divengono percorsi lineari sulla maglia azzurra.
E la riga delle tue gambe, discontinua ed armonica.
E sta crescendo la mia voglia e questo sembra al momento bastarti.
E sono gocce tra le tue gambe. Umide le tue pareti.
Hai la certezza ormai che la mia canna ti percorrerà a breve e lentamente.
Ed il sapore dei tuoi baci.
Me li regali mentre ti sfioro con le dita, seguendo la stoffa che disegna la tua pelle pallida.
E mi lasci senza, per gli istanti che bastano a farmene desiderare altri ancora.
E sono morbidi e senza pudore.
E mai si concentrano sul mio viso soltanto.
Non ti voglio toccare ora.
Lascio che l’unico legame tra noi, sia quello delle tue labbra con angoli incontrati della mia pelle.
E tu non scegli affatto assecondando schemi casuali.
Sai esattamente come stordirmi e come agire per rendere inevitabile il fatto che sarai scopata.
Hai un asta intera da percorrere con la lingua in ogni direzione.
E hai dita gentili per tenerla nella posizione più favorevole.
Nel farlo mi osservi e, dopo qualche istante …: “sono tua, e tante altre cose … posso continuare a dedicarmi al tuo cazzo, vero?”
Giochi …
… ed io ora sono.
Torni lentamente alla tua finestra poi.
Mi sorridi e ti giri volgendomi le spalle.
Ti scorgo da quaggiù, lo stesso luogo nel quale ti ho incontrata per ore pochi istanti fa.
Ti ho aperta ed esplorata nel dettaglio, esattamente come sapevi sarebbe accaduto tu.