Fantasia da padrona

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fantasia fetish

Prima di porre il piede di A sulla mia faccia, lei mi dice che mi sono guadagnato la possibilità di chiederle perdono! Che le mie fantasie e i miei primi racconti erotici abbiano inizio!

Qualche giorno fa sono uscito con il mio amico A e non abbiamo parlato di quanto successo tra noi alcune sere prima (mi sono umiliato ai suoi piedi perché la sua ragazza non lo lasciasse) e chiacchierando mi ha detto tra le altre cose che lei era molto arrabbiata perché qualcuno ci aveva provato con lei e non se lo aspettava. Il discorso è finito lì; dopo un’oretta lui mi invita a salire a casa sua ed io purtroppo accetto e con mia grande sorpresa trovo che la sua ragazza è li.

La saluto un po freddamente e lei inizia subito ad aggredirmi verbalmente dicendo che non mi dovevo permettere ed altre cose ed alla fine capisco che ha detto al mio amico che ero stato io a provarci con lei. Il mio amico è molto arrabbiato ed anche se non è un tipo che da in escandescenza mi trovo in grande imbarazzo perché non vengo creduto. Ad un certo punto lei dice che stavolta l’ho fatta grossa e che, o io chiedo perdono al mio amico, oppure lei inizia a dire a tutti cosa è successo qualche sera prima ed inoltre che l’ho anche molestata.

Non trovando aiuto nel mio amico accetto di chiedere perdono e lei allora subito mi dice che pretende che io chieda perdono strisciando davanti al mio amico ed accettando qualunque umiliazione lui voglia infliggermi e che questa volta lei sarà presente. Io provo a rifiutare ma poi sono costretto dai suoi ricatti ad accettare.

Seguendo i suoi ordini mi stendo a terra ed inizio a strisciare aiutandomi con le braccia sino ad arrivare ai piedi del mio amico che calza dei mocassini tipo Tod’s senza calze. Lei allora gli dice di schiacciarmi la testa sotto le scarpe e lui alza il suo piede e poggia la sua scarpa 42 di misura sulla mia testa e preme leggermente sulla mia nuca. Dopo poco mi ordina di stendermi pancia a terra e dice ad A di camminarmi sopra con le scarpe in modo di schiacciare sotto le sue scarpe il mio corpo, cosce, genitali pancia e petto proprio per umiliarmi nella parti che rappresentano la mia virilità e la mia persona.

Lui mi monta sopra e comincia a camminare sulle mie gambe quindi mette una sua scarpa sui mie genitali e me li schiaccia con forza. Io cerco di non muovermi per dare meno soddisfazione possibile a lei mentre lui continua c calpestarmi sino ad arriva sul mio petto.

Lei gli dice allora di schiacciarmi la faccia sotto la scarpa perché secondo lei a me piacerebbe magari odorare i suoi piedi ma invece merito solo di essere calpestato sotto le scarpe proprio come i vermi. A , che pur imbarazzato è ancora arrabbiato, mi mette la scarpa sulla faccia e me la schiaccia.

Dopo alcuni lunghi secondi lei, molto soddisfatta, dice che siccome non ho opposto resistenze e che mi sono comportato con”dignità”, gli suggerisce di continuare a schiacciarmi la faccia, rimanendo sempre sopra di me, senza le scarpe.

Il mio amico allora si sfila i mocassini e mette il suo odorosissimo e sudato piede sopra il mio viso ma, mentre sta per poggiarlo lei gli dice di fermarsi perché devo essere io a voler essere calpestato quindi mi ordina di prendere il piede del mio amico che è sospeso sopra la mia faccia e di portarmelo da solo sul viso .

Obbedisco ma prima di porre il piede di A sulla mia faccia lei mi dice che mi sono guadagnato la possibilità di chiedere perdono; allora con il piede del mio fra le mani gli chiedo perdono quindi pongo il piede di A sopra la mia faccia ed inizio ad odorarlo. Non ancora soddisfatta, dandomi ironicamente atto della mia buona volontà, dice che da adesso non mi considererà più come un verme ma come un cane, quindi fa accomodare A sul divano con i piedi sulla sedia e mi ordina di mettermi a quattro zampe e di leccare ed annusare i piedi del mio amico proprio come un cagnolino.

Mi metto carponi ed arrivato ai piedi di A li annuso e comincio a leccarli stando attento a non fargli il solletico per evitare guai.

Dopo aver leccato a lungo i suoi piedi lei dice che ha visto che sia A che io abbiamo avuto una erezione e che quindi dal momento che questa situazione schiavo/padrone ci eccitava era giusto concluderla fino in fondo, allora sposta la sedia dove sono i piedi di A, gli slaccia la patta e mi ordina di mettermi carponi proprio davanti ad A e di mettermelo in bocca.

Io rimango paralizzato a quattro zampe davanti al membro duro del mio amico e lei inizia ad urlare di muovermi e a furia di urli me lo metto in bocca ed inizio prima a leccargli la cappella e poi delicatamente a succhiarglielo per paura di fargli male anche perchè non ho mai fatto una cosa del genere. Lei mi minaccia e mi ordina di non provare a pensare di sfilare la bocca quando il mio amico eiaculerà quindi dopo pochissimo vengo inondato di sperma caldo che ingoio velocemente.

A quel punto lei dice ad A che sono stato bravo e che quindi è giusto far venire anche il loro cagnolino come si conviene ad un cane quindi mi ordina di stendermi su un fianco per terra ai loro piedi e di tirare fuori il pene poi dice ad A di poggiare il suo piede sul mio membro e di muoverlo appena.

Io così mi trova a terra ai loro piedi girato verso di loro con il mio pene schiacciato leggermente fra il piede del mio amico ed il pavimento e non penso alle umiliazioni a niente ho una erezione grandissima, voglio solo venire e quindi pongo una mano sul piede del mio amico che si trova sul mio membro per indirizzare un poco il movimento che mi procura godimento e con l’altra afferro volontariamente l’altro piede di A e me lo metto da solo sulla faccia così che l’odore forte dei suoi piedi mi riempia i polmoni ed aumenti la mia eccitazione e il mio stato di sottomissione.

Dopo pochi movimenti del piede di A e fra le allegre risa di lei arrivo come un fiume in piena stando ben attento a non sporcare i piedi di A chiudendo il mio pene all’ultimo momento nella mia mano.

E’ folle, mi torvo disteso a terra accanto ad un divano ai piedi del mio amico di sempre A e della sua compagna, con il corpo attraversato dagli spasmi della eiaculazione che ho appena avuto con una mano sul mio pene per contenerne lo sperma e l’altra che trattiene volontariamente il piede del mio amico sulla mia faccia perché l’odore dei suoi piedi e la mia sottomissione a lui mi eccitano come mai avrei pensato.

Appena recupero le forze corro in bagno a lavarmi e risistemarmi e mentre sto per uscire lei mi dice perfidamente:” ciao Carlo”, ma io rispondo che non sono Carlo e lei quasi distrattamente dice che è vero si è confusa e che pensa che forse era stato Carlo a provarci con lei…… e fa per lasciarmi andare ma le chiedo perché ha fatto tutto questo.

Mi risponde che l’altra volta quando avevo baciato i piedi di A lui era rimasto sconvolto e timoroso per quello che ti aveva costretto a subire ed allora lei gli ha voluto dimostrare che quanto successo in fondo era normale che piaceva a lui ed anche a me e che questa volta la mia umiliazione avvenuta in questo modo, cioè con la mia attiva partecipazione era vera, reale.

In fondo non mi ero forse io messo alla fine il piede di A in faccia per godere di più?
A quel punto mi saluta e mi da appuntamento per il giorno dopo sempre da loro; ed io so che ci andrò.

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